Descrizione
Un romanzo corale scritto con passione e grazia che, attraverso le vive voci di una volpe, di un ragazzino e della stessa nube, rinnova la memoria di uno dei più drammatici eventi della Storia contemporanea.
Mi chiamano nube radioattiva. Sto bruciando. E più il cielo arde, più io mi sento viva. Mi hanno imprigionata nel cuore pulsante di un reattore nucleare perché, con la mia energia, potessi illuminare le case. Le strade. Le città. Se un reattore di energia ne produce troppa, però, e diventa troppo caldo, fonde ed esplode. Impazzisce. La reazione a catena, si scatena.
Sono passati cinque anni dall’esplosione che nel 1986 ha distrutto la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, sprigionando nell’aria una nube tossica che si è posata ovunque: sulla foresta cambiandone i colori, sugli animali facendoli ammalare, su fotografie, vestiti, giocattoli… e sulle persone. Omar, un ragazzino che vive nel Nord Italia, non sa nulla di tutto questo finché a casa sua non arriva una bambina ucraina dai capelli color sabbia, per trascorrere un mese lontano dalle radiazioni. Vassilissa non parla e lascia vedere di rado il suo simpatico sorriso: è diffidente, come lo è Omar verso di lei. Ma se per essere amici non ci fosse bisogno di parlare la stessa lingua? E se per disintossicarsi dalla paura l’amicizia fosse la medicina migliore?Un romanzo corale scritto con passione e grazia che, attraverso le vive voci di una volpe, di un ragazzino e della stessa nube, rinnova la memoria di uno dei più drammatici eventi della Storia contemporanea.
Mi chiamano nube radioattiva. Sto bruciando. E più il cielo arde, più io mi sento viva. Mi hanno imprigionata nel cuore pulsante di un reattore nucleare perché, con la mia energia, potessi illuminare le case. Le strade. Le città. Se un reattore di energia ne produce troppa, però, e diventa troppo caldo, fonde ed esplode. Impazzisce. La reazione a catena, si scatena.
Sono passati cinque anni dall’esplosione che nel 1986 ha distrutto la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, sprigionando nell’aria una nube tossica che si è posata ovunque: sulla foresta cambiandone i colori, sugli animali facendoli ammalare, su fotografie, vestiti, giocattoli… e sulle persone. Omar, un ragazzino che vive nel Nord Italia, non sa nulla di tutto questo finché a casa sua non arriva una bambina ucraina dai capelli color sabbia, per trascorrere un mese lontano dalle radiazioni. Vassilissa non parla e lascia vedere di rado il suo simpatico sorriso: è diffidente, come lo è Omar verso di lei. Ma se per essere amici non ci fosse bisogno di parlare la stessa lingua? E se per disintossicarsi dalla paura l’amicizia fosse la medicina migliore?