Descrizione
Ispirato alla storia di Emanuele Di Porto, sfuggito al rastrellamento nazista nel ghetto di Roma.
Piove lento, piove che sembra pianto sulla faccia di questa città che è la mia, anche se sono ebreo: qui ci sono nato, ci sono nati mio padre e mia madre, i miei nonni, i miei zii, i miei cugini e il resto della famiglia. Solo qui mi sento a casa.
È il 16 ottobre 1943, nel ghetto di Roma un bambino di dodici anni vede la madre caricata su un camion dei tedeschi, la raggiunge, l’abbraccia, ma lei riesce a spingerlo via. Emanuele, questo il nome del bambino, si nasconde su un tram e inizia un viaggio che lo porterà, fermata dopo fermata, fino al capolinea. Racconta al bigliettaio di essere ebreo e chiede di essere protetto perché i tedeschi lo stanno cercando. L’autista del tram e poi altri dopo di lui aiuteranno Emanuele a restare vivo e al sicuro per tre giorni fino a quando non riuscirà a trovare suo padre. La penna di Tea Ranno racconta la storia commovente di uno degli ultimi testimoni sopravvissuti al rastrellamento nazista di Roma: Emanuele Di Porto.